Se stai già sfruttando le Facebook Ads come canale di acquisizione per il tuo business, potresti voler abbinare a queste anche un’attività di influencer marketing.
Ma per chi è alle prime armi è importante sapere come orientarsi, per non cadere in fastidiose fregature.
Vediamo quindi come capire se un influencer è un “buon influencer”, sconfessando alcuni falsi miti molto (troppo!) diffusi.
Cos’è l’engagement rate
La miglior traduzione possibile in lingua italiana di questo termine è “tasso di coinvolgimento“.
È quindi un numero in percentuale (tasso) che misura il grado di interazione delle persone relativamente ad un determinato profilo/canale sui Social Media (coinvolgimento).
I metodi per calcolarlo sono numerosi:
- ci si può avvalere di tool esterni che utilizzano la propria espressione matematica per conteggiarlo;
- può essere ottenuto manualmente utilizzando formule come questa {[(Like + Condivisioni + Commenti) / Reach] / n. di Post} x 100 dove con reach si intende il numero di persone raggiunte da un determinato account in uno specifico lasso di tempo.
Facciamo un esempio:
Nel mese di febbraio un account Instagram (PincoPallo) ha pubblicato 10 contenuti. Questi hanno ottenuto 40 interazioni (tra like, commenti e condivisioni).
E hanno colpito 5000 utenti.
Per calcolare il tasso di coinvolgimento sarà sufficiente dividere le 40 interazioni per gli utenti raggiunti (40/5000 = 0,008) e dividere il numero ottenuto per 10, ovvero i post pubblicati (0,008/10 = 0,0008).
Moltiplicando la cifra per 100 otterremo che l’engagement rate del profilo in questione, nel mese di febbraio, è stato pari allo 0,8%.
Perché è importante calcolare l’engagement rate
Specifichiamo che non esiste un engagement rate perfetto o ideale (specialmente perché ogni settore, ogni business, ogni pubblico è diverso). Né tantomeno può essere approcciato come “un obiettivo da raggiungere”.
A noi di Youston piace interpretare questo indicatore come “cartina tornasole” di come un account si sta muovendo e ci è utile per rispondere a molte delle domande che accompagnano una strategia ottimizzata sui Social Network.
Nel tempo l’engagement rate migliora o peggiora?
Pubblicare più spesso comporta dei benefici?
Qual è il tasso di engagement rispetto ai principali competitor?
Engagement e Influencer
Ma l’engagement rate misura davvero l’affidabilità degli influencer?
Tutti ormai sappiamo che il numero di follower di account poco dice della sua qualità e affidabilità.
Esistono tantissimi profili Instagram che comprano seguaci, spesso nemmeno in target rispetto alle tematiche affrontate sul canale, con il puro scopo di avvantaggiarsi e creare nell’utente (inesperto) quell’immediato senso di ammirazione tipico di chi si trova davanti a grandi numeri.
Le aziende sono ad oggi di certo state messe ampiamente in guardia e speriamo che si tengano lontane da collaborazioni basate sulla mera ampiezza delle community.
Ma allora come si scelgono Digital Creator efficaci per le proprie attività di promozione?
Beh, nelle precedenti righe abbiamo parlato di engagement rate e quindi la risposta sembrerebbe ovvia… E invece NO!
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Facciamo un esempio per rendere il tutto più chiaro.
Sempre PincoPallo vuole coinvolgere alcuni profili per lanciare un nuovo prodotto sul mercato.
Ha un budget limitato e quindi non è possibile affidarsi a personaggi noti o notissimi. Inizia una ricerca e individua alcuni account interessanti:
- affrontano tematiche in target;
- pubblicano spesso;
- dedicano cura ed attenzione alle uscite;
- specificano sempre se il prodotto è regalato o se ricevono compensi per la menzione;
- hanno un buon numero di commenti, spesso entusiastici rispetto a qualsiasi prodotto presentato.
Sembrerebbe tutto perfetto… Ma attenzione!
Esistono profili un po’ furbetti, che si sostengono a vicenda interagendo a ripetizione con i contenuti pubblicati.
Sarà dunque facile che questi abbiano un engagement rate su Instagram davvero notevole, ma non abbiano affatto una community fedele e fidata. E soprattutto che tra i loro follower ci siano reali potenziali nuovi clienti per il tuo business!
Ma quindi come si fa?
Il nostro consiglio è semplice: l’unico metodo per scegliere micro influencer strategici è quello di osservarli nel tempo, seguirli e monitorarli.
Capire se le collaborazioni che propongono sono durevoli e durature nel tempo.
Leggere i commenti e capire se sono più “profondi” di un banale bellissimo.
Sì: c’è un bel po’ di lavoro da fare e serve dedicare il giusto tempo e la giusta attenzione.
Ma d’altronde solo un approccio qualitativo di questo tipo permetterà di effettuare scelte consapevoli e mirate ed evitare brutte sorprese.
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